Archivio Del Riccio - Documenti
L’Archivio Del Riccio contiene la documentazione prodotta da Giulio di Francesco di Antonio Del Riccio, che nella prima metà del Cinquecento esercitò la mercatura a Firenze, e dai suoi successori. Le carte erano state assemblate nel fondaco dei Del Riccio, nel palazzo della famiglia in via Tornabuoni.
Successivamente, la raccolta documentaria è stata riunita nell’Archivio Naldini Del Riccio per le disposizioni testamentarie del senatore Leonardo di Giovanni, del 2 marzo 1771, istituendo una secondogenitura di tutti i suoi beni a favore dei figli della sorella Maria Caterina e del marito Ottaviano Naldini Rinaldeschi, originari di Prato.
Quando ancora l’archivio si trovava nel palazzo di famiglia, fra il 1799 e il 1810, il Sig. Pietro Ricci di Firenze ne compì la "riordinazione" dell’archivio. L’operazione aveva preso avvio con la ricognizione dei beni di famiglia successiva alla morte di Giovanni Naldini Del Riccio, avvenuta il 1° settembre 1798, e promossa dal fratello ed erede Pietro. È stato l’archivista a lasciare il racconto dei fatti:
"Il prefato Sig. Cav.re Piettro venuto al possesso di un tal patrimonio trovò che quest’Archivio era nella massima confusione e disordine essendo i fogli sciolti confusamente imballati in parte, e confusamente accatastati per l’altra in una stanza come fossero già stati condannati al macero e alle cartiere. Una tal situazione fece risolvere l’animo suo nobile e prudente a farne eseguire la riordinazione onde potere venire in chiaro specialmente dello stato e della provenienza dei beni stabili posseduti per più e diversi titoli dalla Famiglia del Riccio, e nel tempo istesso raccorre ed assicurare tutte le notizie contribuenti alla difesa e conservazione di tale eredità".
Ricci iniziò con lo spoglio delle notizie tratte dai registri di mercatura e di amministrazione predisponendole per la loro 'registrazione' nel repertorio cronologico, per poi passare alla 'rimazione' delle carte sciolte, al loro sfoltimento e alla loro riorganizzazione, insieme ai registri, in nove classi:
- Libri di mercatura;
- Libri d’amministrazione;
- Ricevute;
- Contratti e testamenti;
- Processi delle cause sostenute dalla famiglia Del Riccio;
- [Miscellanea];
- Affari diversi riguardanti i Beni e rendite di Napoli;
- Affari diversi;
- Lettere.
Ricci aveva riordinato i registri in cronologico all’interno delle relative serie; i documenti sciolti li raccolse in fascicoli e in faldoni, conferì loro una numerazione a serie aperte e li descrisse in un inventario sommario. Ne dette poi una molto più analitica descrizione in un repertorio cronologico dei fascicoli, con le notizie sulla famiglia Del Riccio, suddiviso in quattro tomi che coprono l’arco cronologico dall’884 (ma si tratta evidentemente di documentazione in copia) al 1801.
Andrea Moroni, archivista incaricato nel 1999 di riordinare l’Archivio Naldini del Riccio, quando arrivò a trattare i documenti Del Riccio si rese conto che molto materiale di ciò che era descritto negli strumenti di corredo antichi non era presente. Effettuando una sommaria ricognizione del materiale dell’Archivio Alamanni, conservato anch’esso nella sede dell’Archivio Naldini Del Riccio, danneggiato durante l’alluvione del 1966, rimasto per lunghi anni in deposito presso l’Archivio di Stato di Firenze e poi riconsegnato alla famiglia proprietaria, Moroni appurò inoltre che qualcosa di ciò che mancava al Fondo Del Riccio poteva trovarsi lì e non essere andato disperso. Fu così che l’inventario del Fondo Del Riccio, approntato sulla falsariga dei repertori del 1810, rimase incompiuto. È stato rivisto e completato nel 2015, in occasione di un intervento sull’Archivio Alamanni.
La documentazione alluvionata nel 1966, essiccata dagli uffici dello Stato e negli anni successivi tornata in deposito presso la famiglia, è stata dunque recuperata alla consultazione. L’inventario di Andrea Moroni è stato completato in forma sommaria da Rita Romanelli ed è ora in corso la descrizione analitica a cura di Gaia Baglioni.